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Scotta troppo il sole artificiale


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato a proibire le «lampade» ai minorenni. E i giovani in Italia rischiano anche di più, perché gli apparecchi sono ad alta intensità. Per chi proprio non rinuncia alla finta tintarella, ecco le regole per limitare i danni.



L’invito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è chiaro: vietare dovunque ai ragazzi con meno di 18 anni la tintarella artificiale, come già accade in Francia, Spagna e persino in California. Non solo: è necessario informare gli appassionati dell’abbronzatura con lampade degli effettivi rischi cui si va incontro. L’Oms pone di nuovo e con forza l’accento sugli inconvenienti derivanti da un’esposizione esagerata ai raggi Uv e sui danni provocati dall’uso di lampade inadatte.



I teenager — sottolinea Kerstin Leitner dell'Oms — usano i solarium molto più che in passato e i rischi aumentano». Secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità ogni anno in Italia i nuovi casi di melanoma registrano un incremento di 4/5 mila unità mentre basaliomi e spinaliomi, che sono forme tumorali di livello decisamente meno grave, segnano un incremento annuo di 100 mila nuovi casi. Il motivo di questa crescita è dovuto in buona parte ai raggi Uv delle lampade, che spesso risultano più intensi dei raggi solari. La comunità scientifica sconsiglia i trattamenti estetici con la radiazione Uv; tuttavia, chi decide di non seguire il consiglio, dovrebbe preferire le lampade che emettono uno spettro simile a quello del sole.



In Italia però queste lampade non si usano, perché l’effetto tintarella si manifesta dopo una decina di sedute e i clienti vogliono invece acquisire un colorito scuro rapidamente. I macchinari usati in Italia destano preoccupazione anche per altre ragioni. In una comunicazione della Commissione Ue, datata ottobre 2004, si legge che non tutte le lampade abbronzanti presenti in Italia sono conformi alle disposizioni di sicurezza stabilite dalla Ue, tanto che in proposito sta indagando la magistratura. Queste irregolarità non debbono sorprendere, visto che la normativa italiana risale a 15 anni fa e il regolamento sulle caratteristiche tecniche delle apparecchiature non è mai stato emanato. Secondo gli esperti un problema serio in Italia è quello di ridurre la potenza delle lampade (ovvero l’irradianza) fissando un valore massimo di 0,30W/mq e di imporre che la gestione dei macchinari, dovunque siano situati, sia affidata a personale che ha seguito corsi specifici in materia.



«Il problema — precisa Piergiacomo Calzavara Pinton, primario dermatologo degli Spedali Civili di Brescia — è che le Autorità Sanitarie si limitano a verificare solo alcuni aspetti dei centri estetici, come la sicurezza elettrica delle apparecchiature e a controllare che il personale abbia seguito un corso di formazione».



L’informazione
«Ma questo non basta — prosegue Calzavara — perché il consumatore dovrebbe essere informato dei rischi e occorre verificare la tipologia delle lampade utilizzate nei centri. Ci sono poi le lampade situate negli alberghi, nelle palestre, gestite da personale che non ha mai seguito corsi in materia. In ogni caso, per fare i controlli le Asl hanno bisogno di apparecchiature in grado di verificare la potenza delle radiazioni, apparecchi che pochissime strutture hanno a disposizione. «L’uso delle lampade — continua Calzavara — va sconsigliato a tutte le persone considerate ad alto rischio di tumori della pelle. Le categorie comprendono soggetti con la pelle chiara, chi ha meno di 18 anni, le persone che hanno molti nei o che tendono a diventare lentigginose, i giovani con un’infanzia caratterizzata da frequenti scottature solari, chi usa farmaci topici o sistemici o ha dermatosi foto indotte. Anche gli uomini e le donne con un invecchiamento precoce della pelle dovrebbero assolutamente evitare l’esposizione alle lampade. «E’ incredibile pensare che anche soggetti con lesioni cutanee maligne o premaligne possano tranquillamente entrare nei solarium — sottolinea l’esperto —



Sarebbe il caso di richiedere una visita specialistica preventiva alle persone che decidono di fare un abbonamento ai centri estetici. Le lampade per l’abbronzatura estetica non hanno la stessa efficacia di quelle usate dai dermatologi per curare la psoriasi e altre patologie, ma presentano rischi analoghi. Se però negli Ospedali occorre richiedere il consenso del paziente (e nel consenso vengono precisati anche i possibili rischi a distanza di anni) ed è necessaria la presenza del medico, per la tintarella artificiale tutto ciò non serve».


23/05/2005

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